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Squadra2016 17Forse qualcuno non comprende cosa voglia dire competere ad alti livelli in uno dei cosiddetti sport minori: il sacrificio attenuato dalla passione, la ricerca della gloria senza troppe passerelle, il sogno di imporsi conquistando il pubblico che è tuo davvero perché prima non c’era e adesso riempie il Foro. Se poi lo sport in questione si chiama pallanuoto tutto si amplifica, il sudore, il cloro, la doccia, il freddo, le serie che non finiscono mai, il raffreddore, i capelli sempre bagnati. E poi la fatica, perché in acqua non si corre ma si nuota, sempre, e se ci si ferma un attimo è solo per iniziare una lotta corpo a corpo con un altro che è un armadio come te.

Nella mia squadra non tutti sono degli armadi per la verità, ma il cuore di ognuno è quello di un gigante che gli ha permesso di arrivare fin qui, al termine di una stagione dove la Lazio era data non certo per favorita. Tutti quei ragazzini e i senatori rimasti, sì, con il sangue biancoceleste che scorre nelle vene, ma senza stranieri, senza stelle internazionali, solo UOMINI.

Io stesso, lo ammetto, a inizio anno non ero per nulla sicuro che avremmo raggiunto i play out e temevo una retrocessione diretta.  Invece non solo avete centrato il traguardo, ma avete perfino sfiorato l’idea di superarlo.

Qualcuno dirà: “siamo partiti tardi, abbiamo lasciato quei punti, peccato…” No, la verità è che è stata un’impresa. Anche se nella pallanuoto e non solo, si sa, se non sei arrivato fino in fondo le imprese servono a poco e il vostro (nostro) destino si riduce tutto a quattro tempi (speriamo non 8). E’ lo sport, è ciò che lo rende meraviglioso.

Sarà dura perché alcuni dei nostri giovani non sono abituati a scontri così diretti, sarà dura perché altri dei nostri sono così attaccati a quella calotta da sentirla legata dalla testa fino all’anima. In più fuori casa, contro l’avversario che in casa ci gioca (ma come può essere che per la seconda volta in due anni si permetta ad una squadra impegnata nella salvezza o nello scudetto di avere un vantaggio così grande? E’ la prima cosa da scrivere nella rubrica “La pallanuoto che vorrei”).

Vincere sarebbe bellissimo. Una sconfitta un duro colpo, la retrocessione certo, ma soprattutto perché adoro questa squadra, questa società,  perché siete i giocatori che vorrei sempre commentare, ciò che mi ha fatto appassionare alla pallanuoto.

So che sarà difficile, ho un’ansia che mi scava dentro come sempre quando conta. Mi placa però sapere che darete il massimo, non ho dubbi, vi conosco ed è l’unica certezza che ho in questo momento

Forza

 

Federico Marietti