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ComunicatoNonostante il Tar con una sentenza abbia dato ragione alla Lazio Nuoto sull'ormai nota vicenda della piscina e nonostante l’assessore Frongia avesse riconosciuto il successo della Lazio, l'amministrazione in piena estate, con una forzatura, ha riassegnato l'impianto alla Maximo escludendo la Lazio. Una scelta inspiegabile che appare come un accanimento nei confronti della Lazio che non interromperà le attività ed è pronta a difendersi in ogni sede e a chiedere i danni ai soggetti interessati.

Un avviso di sfratto nella settimana di ferragosto che diffida la Lazio Nuoto a lasciare i primi di settembre l'impianto della Garbatella, gestito da 34 anni in modo eccellente dalla società biancoceleste. Un cartello è stato affisso all'esterno della piscina con un’azione sorprendente e inspiegabile che ha disatteso quanto stabilito dal Tribunale Amministrativo del Lazio solo poche settimane fa.
La sentenza appariva chiara: i giudici amministrativi hanno messo nero su bianco come l’amministrazione Raggi abbia “disatteso le regole da essa stessa poste” affermando inoltre che “dall’erronea applicazione di tali regole è scaturita l’ammissione alla gara della S.S.D. Maximo a.r.l. che, invece, non poteva parteciparvi, non avendo i requisiti speciali di partecipazione richiesti dal bando a pena di esclusione”, concludendo che “va annullata l’aggiudicazione della gara disposta in favore della SSD Maximo”.
Nessun dubbio sull’interpretazione della sentenza era stato sollevato dall’assessore allo sport Daniele Frongia che anzi, quasi complimentandosi con la Lazio, aveva commentato così le motivazioni della sentenza in un’intervista a RomaToday: “Lazio Nuoto ha fatto ricorso sulle questioni tecniche della classifica ed anziché essere seconda è prima. Il TAR ha dato ragione ad una società che aveva contestato l’esito del bando. Ma questo prescinde dal Campidoglio. A noi interessa, come amministrazione, che ci sia un concessionario in regola, che paga il giusto e che offre un servizio ai cittadini.“
Eppure, nonostante quanto stabilito in maniera chiara ed inequivoca dal TAR del Lazio, l’amministrazione Raggi e in particolar modo il dirigente capitolino Roberto Ziantoni, andando persino in contraddizione con la richiesta di chiarimenti avanzata dall’Avvocatura dello stesso Comune al Tar (nel giudizio di ottemperanza alla sentenza), ha esercitato il potere amministrativo in modo del tutto illegittimo aggiudicando nuovamente la gara ad una società che “non poteva parteciparvi”, pregiudicando così gli interessi della Lazio Nuoto che, in ragione della dovuta esclusione della Maximo dalla gara (il condizionale è d’obbligo) sarebbe dovuta risultare vincitrice della stessa.
In pratica Roma Capitale, nonostante quanto stabilito dai giudici amministrativi e quanto dichiarato dall’assessore Frongia, ha prima chiesto al Tar chiarimenti sulla sentenza per poi, senza attenderli, attraverso le decisioni prese del dirigente capitolino Roberto Ziantoni, ha riaperto la gara, cambiato la Commissione Giudicante, avviato una nuova istruttoria e richiesto nuova documentazione a Maximo, in modo da poterle riaggiudicare la gara.
“Sembra che la priorità assoluta di Roma Capitale sia quella di cacciare ad ogni costo la Lazio Nuoto dall’impianto della Garbatella, quasi a farne un motivo di vanto personale – spiega Daniele Sterrantino, legale e vicepresidente della Lazio Nuoto - assegnando la struttura a una società che, citando la sentenza, il Tar ha dichiarato essere priva dei “requisiti speciali di partecipazione al bando”. Inoltre sulla ri-aggiudicazione operata dallo stesso Arch. Ziantoni, pendono ancora abbondantemente i termini di ricorso previsti dalla legge per l’impugnazione avanti al Tar e quindi si instaurerà addirittura un terzo giudizio. Per cui mi sembra quantomeno imprudente la diffida di sfratto operata in queste ore”.
Ferma l’impugnazione di tale ri-aggiudicazione, la Lazio Nuoto ha inoltre dato mandato all’Avv. Francesco Colosimo di valutare la sussistenza di eventuali profili sul piano penale.
Di fronte a tali macroscopiche evidenze la S.S. Lazio Nuoto non intende tollerare passivamente le illegittime condotte assunte da Roma Capitale, né tanto meno conformarsi alle stesse in quanto contrarie a quanto disposto dal TAR del Lazio e volte a pregiudicare con intento persecutorio i diritti ed interessi della Società.
Proprio per tali ragioni ed in attesa che le Autorità che verranno investite nella vicenda pronuncino i dovuti provvedimenti, l’attività sportiva della S.S. Lazio Nuoto all’interno della Piscina della Garbatella non cesserà a far data dal 3 settembre p.v.
Nel frattempo ci si interroga sul perché l'amministrazione Raggi perseveri con evidente e immotivato accanimento nei confronti del mondo Lazio. Un attacco alla Lazialità che mette in pericolo la sopravvivenza di una delle più storiche e titolate sezioni della più antica polisportiva d’Europa, che dovrebbe rappresentare un vanto per la giunta, come è sempre stato dal 1900.
“Non cederemo a quella che appare sempre più una persecuzione dell’Amministrazione Raggi, che vuole azzerare la storia gloriosa dei 120 anni del nostro sodalizio, procurandoci sempre maggiori danni patrimoniali di cui qualcuno dovrà rendere conto. Sappiamo che la ragione è dalla nostra parte e combatteremo con tutte le nostre forze sul piano del diritto, in tutti i gradi di giudizio”, la chiosa del Presidente Massimo Moroli.