Non capiamo davvero come mai l’attuale amministrazione, dopo aver attaccato senza precedenti e messo in ginocchio una delle realtà più storiche e socialmente utili per lo sport di Roma, continui con quella cha appare come una battaglia personale e persecutoria nei confronti della Lazio Nuoto, cambiando ancora una volta il senso di quanto stabilito dai giudici amministrativi.
Il Tar ha infatti rigettato il ricorso sulla sospensiva presentato dalla società biancoceleste sulla nuova aggiudicazione operata ad agosto, è vero, ma in quanto l’emergenza covid ha chiuso le piscine e quindi ritenendo che non vi è un danno “irreparabile” attuale.
E - comunque - dichiarando espressamente che “l’esame sulla fondatezza dei motivi di ricorso”, scrivono testualmente i giudici amministrativi, “sarà compiutamente affrontato nelle sedi opportune”, ad aprile.
Questa sarebbe, secondo il post del presidente della commissione sport Angelo Diario (https://www.facebook.com/1524917687648838/posts/2844722105668383/), la conferma del buon operato dall’amministrazione Raggi?
Ricordiamo che il Tar, nell’unica sentenza di merito espressa ha scritto rispetto all’operato dell’amministrazione Raggi che: “La stazione appaltante ha invece, come accertato, disatteso le regole da essa stessa poste e che doveva applicare in modo imparziale e trasparente; dall’erronea applicazione di tali regole è scaturita l’ammissione alla gara della S.S.D. Maximo a r.l. che, invece, non poteva parteciparvi, non avendo i requisiti speciali di partecipazione richiesti dal bando a pena di esclusione (….) Ciò dimostra
perplessità nell’intera azione amministrativa”.
Quanto al Consiglio di Stato vale più o meno la stessa cosa. I giudici, è vero, non hanno accolto l’appello ma scrivono che i motivi dello stesso “necessitano di approfondimento in sede di merito”.
Il Presidente della Commissione Sport si è affrettato però a dichiarare, senza alcun fondamento, pressoché conclusa la vicenda giudiziaria e a esaltare la bontà dell’operato di Roma Capitale ... Non dimenticando ovviamente di salire ancora una volta in modo quantomeno inappropriato, sul carro del nuovo concessionario, che in realtà ancora concessionario non è.
Queste le dichiarazioni dell’avvocato della Lazio Nuoto e Vice Presidente Daniele Sterrantino: “la vicenda giudiziaria è tutt’altro che conclusa. Il Tar, ed il Consiglio di Stato in altri termini, ha infatti unicamente detto che la misura cautelare richiesta non era allo stato necessaria anche in considerazione dell’attuale
sospensione delle attività delle piscine disposta dall’ultimo DPCM.
Tale diniego prescinde dall’esame della fondatezza dei motivi di ricorso, che sarà compiutamente affrontato nella opportuna sede di merito, il prossimo 28 aprile 2021. Non v’è dubbio pertanto che i giudici vogliano ancora fare luce sulla vicenda dell’assegnazione, ad adeguata tutela della posizione della Lazio Nuoto”.
Il Presidente Massimo Moroli ricorda poi che la sentenza di merito emessa dal Tar a giugno di quest’anno ha dato ragione alla Lazio Nuoto, censurando fortemente l’operato di Roma Capitale e stabilendo che l’attuale aggiudicataria non aveva i requisiti per partecipare: “Requisiti che in maniera piuttosto sorprendente sono stati poi, dopo la sentenza, dimostrati questa estate. Anche se per quasi due anni sia la stessa Roma Capitale che l’attuale aggiudicataria avevano dichiarato che non era necessario ed anzi era impossibile chiedere la produzione di fatture che dimostrassero la specifica attività natatoria svolta. La domanda che ci siamo allora fatti e che abbiamo fatto al Tar, come penso avrebbe fatto chiunque: ma se
c’erano tutte queste fatture, e parliamo di centinaia di documenti per oltre 1 milione di euro, perché non sono stati mai richiesti e/o prodotti, ma anzi addirittura negati, in gara e per tutto il giudizio. Senza contare che aspettiamo ora di vedere come verrà messa in pratica, eventualmente, l’offerta fatta dalla attuale aggiudicataria, che a noi pare francamente insostenibile, tecnicamente ed economicamente”.
Insomma, occorre ancora tempo per mettere la parola fine ad una vicenda che, come abbiamo più volte denunciato, ad oggi ha solamente premiato una presunta maggiore offerta economica (ma così in realtà nemmeno è) e che ha mortificato ogni qualità sportiva ed agonistica, mettendo in gravissima difficoltà un fiore all’occhiello dell’intera città, come la Lazio Nuoto.
Apparendo francamente, ancora oggi, incomprensibile la scelta di non operare una sospensione dell’iter da parte di Roma Capitale in attesa del definitivo pronunciamento, che avrebbe tutelato anche l’utenza.
Nel frattempo può così solo constatarsi che la procedura seguita da Roma Capitale non è stata certamente “assolutamente corretta, in tutti i suoi aspetti” come affermato, visto che la stessa Amministrazione ha dovuto prima ritirare e correggere il bando e dopo riavviare una nuova istruttoria, ed ancora oggi (dopo 2 anni) l’iter giudiziario è ben lontano dall’aver trovato la parola fine.
Ed intanto gli altri impianti sportivi continuano ad essere abbandonati, revocati, prorogati, senza dare nessuna possibilità agli attuali gestori di potere operare qualche cambiamento o miglioria, e senza aver emesso alcun reale provvedimento per mitigare le conseguenze dell’emergenza covid.
Un’ultima precisazione, infine, per quanto riguarda le affermazioni sui voucher: la Lazio ribadisce di aver operato in modo assolutamente corretto, concedendoli durante la prima ondata della pandemia, come ben noto a Roma Capitale. Che era a perfetta conoscenza dell’emissione, a dispetto di quanto afferma ora nel tentativo goffo di smarcarsi dalle sue responsabilità; tanto che sono state proprio le persone interessate a riconoscerlo nell’incontro chiesto in videoconferenza dallo stesso Angelo Diario.
E comunque, a scanso di equivoci, la Lazio ribadisce infine che si impegnerà a riconoscere a tutti quanto loro spetta, quando la vicenda giudiziaria sarà “davvero” conclusa.