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L’AVVOCATO DANIELE STERRANTINO, VICEPRESIDENTE DELLA LAZIO NUOTO, E’ IL LEGALE CHE HA CONDOTTO CON FATICA E SUCCESSO LA LUNGA BATTAGLIA, VINTA AL TAR, FONDAMENTALE PER IL FUTURO DELLA LAZIO NUOTO 

Foto Avv. Sterrantino 2Avvocato, complimenti, perché questa è una vittoria così importante?

Direi fondamentale, non solo importante, per la stessa sopravvivenza della Lazio Nuoto. E ciò per tante ragioni, tra cui ovviamente quella economica, perché questa lunga vicenda ha danneggiato e sta ancora danneggiando in maniera enorme le casse della società. Ma di non meno conto è la lesione del prestigio e della reputazione che tutto ciò ha provocato, visti i ripetuti tentativi di farci apparire come dei visionari che volevano solamente difendere un ingiusto privilegio.

Cosa cambia adesso?

Tutto. Bisogna attendere le motivazioni della sentenza, ma una cosa è certa: la Lazio ha vinto il ricorso ed il TAR ha annullato l’aggiudicazione illegittimamente operata da Roma Capitale. Tutte le diverse interpretazioni sono solo il maldestro tentativo di negare questa evidenza.

Ma queste motivazioni che scenari potrebbero prospettare?

Lo scenario più probabile è quello che si procederà all’esclusione dell’attuale aggiudicataria e che la Lazio veda assegnarsi la concessione. Ma non posso escludere altre ipotesi, più complesse.

Potrebbe quindi essere rivisto il bando?

Esattamente. Potrebbe ad esempio essere annullato l’intero bando e quindi doversi nuovamente rifare la gara

In risposta al ricorso accolto della Lazio c’è chi sostiene che la società abbia presentato più ricorsi, è vero?

Si, circa 400 ricorsi. Sto scherzando, ovviamente. La Lazio ha fatto solo due ricorsi, come giusto che fosse. Il primo era stato fatto prima che si procedesse all’apertura delle offerte, ed è stato giudicato “prematuro” dal TAR perché i giudici hanno ritenuto che dovesse attendersi l’esito della gara. E questo è il secondo ricorso, che tiene conto, per l’appunto, di tali esiti. Tutto qui.

La Lazio ha mai contestato il bando quale strumento di assegnazione degli impianti?

Assolutamente no. Chi lo dice vuol dire che non ha capito nulla, e che ha una scarsa conoscenza della materia. Speriamo quindi che tale dichiarazione non provenga da organi ufficiali. La gara è la via con cui si deve sempre procedere all’assegnazione di queste concessioni, ma ovviamente ci sono diverse possibilità previste dalla legge, tra cui ad esempio quella del partenariato pubblico privato/finanza di progetto. Che è sempre una gara. L’importante è fare le cose per bene, ed è solo quello che noi abbiamo lamentato. Basta leggersi qualsiasi atto depositato in giudizio o anche solo le varie dichiarazione da me rilasciate alla stampa.

L'assessore Frongia ha definito la sentenza del Tar una vittoria per Roma Capitale, che ne pensa?

Per certi versi direi che è giusto. Roma Capitale deve perseguire il miglior interesse pubblico, e se il TAR ha deciso che è giusto che la concessione vada alla Lazio Nuoto lo deve essere anche per l’Amministrazione. Visto che il TAR è posto a tutela, in primo luogo, della stessa Roma Capitale. Certo, qualche errore è stato fatto, visto che sono dovuti intervenire i giudici, ma l’importante è averlo ora capito e riconosciuto.

Si aspetta che Roma Capitale possa presentare opposizione al Consiglio di Stato?

Sarebbe contraddittorio, vista proprio la dichiarazione di Frongia e quello che ho appena detto. Sulla base della mia esperienza, anche di avvocato di molte Amministrazioni pubbliche, il ricorso al Consiglio di Stato è sempre molto ben ponderato, ed infatti viene avanzato in termini percentuali molto ridotti. Se non sbaglio circa il 3% dei casi. Vorrebbe poi dire che Roma Capitale non ha fiducia nel giudicato del proprio Tribunale Amministrativo, e questo non è un buon segnale. Ma comunque, anche questa è una scelta che spetta ai nostri politici, e che dovrà semmai essere giustificata alla collettività.

La sentenza del Tar potrebbe rappresentare un vantaggio anche per altri impianti?

Lo speriamo, ed è uno dei motivi per cui abbiamo intrapreso questa battaglia giudiziaria. Non solo a nostro modo di vedere, la strada intrapresa da Roma Capitale era sbagliata. Ne stiamo avendo ennesima conferma dalle tante manifestazioni di vicinanza e contentezza che stiamo avendo dagli altri operatori e da tutto il mondo dello sport dopo la sentenza.

Una vittoria, dicevamo, ma i problemi per l’impianto, dopo mesi di incertezza, quali sono? Quanto ha perso la Lazio e la comunità locale da questa vicenda?

Ripeto, tantissimo. Si è voluti intervenire, maldestramente, in un impianto e contro una società che rappresentano un punto di riferimento molto importante per tante famiglie e per l’intero quartiere. E di tutto ciò ne hanno sofferto in primo luogo proprio loro.

Dall’Amministrazione si augurano che la piscina riapra presto, come giudica queste considerazioni?

Sono considerazioni che una pubblica Amministrazione non può che avere. È ovvio che debba essere così e che ce lo auguriamo tutti. Ma dopo quello che è successo, e mi riferisco in questo caso anche al terribile momento che tutta l’Italia ha passato e sta passando per il Covid, non bastano le parole. Occorre una fattiva collaborazione da parte di tutti, ed in primo luogo delle autorità competenti. Comunque, come al solito ci siamo messi subito al lavoro, ed in breve saremo in grado di riprendere le attività. Perché è la nostra missione e per noi non esiste la Lazio Nuoto senza tutti i propri tesserati, dai più piccoli ai più grandi e bravi, come gli atleti.

Cosa le ha insegnato questa vicenda?

Tante cose, ma se devo sceglierne una è che l’interesse pubblico è una cosa preziosa e va gestito con attenzione. E che è importante collaborare con le società e con il mondo dello sport, che conoscono meglio di chiunque altro le difficoltà e le esigenze del settore. Mentre a volte si è data l’impressione che queste vengano viste come degli avversari, dei nemici da sconfiggere, senza capire che a perdere è solo la nostra meravigliosa città di Roma.