Giulio Glorioso non è stato solamente il più grande giocatore di baseball italiano di tutti i tempi ma anche una delle figure più eminenti della lazialità, rientrante di diritto nel pantheon dei grandi del nostro sodalizio, vicino a personaggi come Nostini, Bigiarelli, Bitetti, Ballerini o Vaccaro.
Non ho mai capito molto di baseball ma, come spesso capita, ho cominciato ad appassionarmi alle sue vicende per l’ammirazione verso questo grande campione e per la gioia dei successi cui portava i nostri colori sociali.
Poi l’ho conosciuto personalmente e ne sono diventato amico, ammirandolo ancora di più per la sua dirittura morale, per la fermezza e l’incorruttibilità dei suoi principi e per la passione con cui ha dedicato tutta la sua vita ai grandi ideali dello sport e della S.S. Lazio.
Un ricordo emblematico va alle sue battaglie per il rinnovamento della Federbaseball, poi straordinariamente vinte ma dopo le quali rifiutò qualsiasi onore o vantaggio personale, felice, come moderno Cincinnato, di poter tornare a dedicarsi al florido orto della sua Lazio e dei tanti giovani che fiorivano con i suoi insegnamenti.
Ora Giulio ci ha lasciato, ma la sua figura e il suo esempio rimarranno ancora a lungo nel ricordo e nell’ammirazione di tutti coloro che si riconoscono nelle tradizioni e nei valori di quel grande spaccato della vita della nostra Città che amiamo chiamare lazialità.
Massimo Moroli