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UN GRANDE DELLA PALLANUOTO ITALIANA CHE NON E’ PIU’ TRA NOI

 

De CrescenzaSpesso il mondo dello sport ha il merito di regalarti un gigante. Può essere un grande atleta, un grande allenatore, un grande dirigente o un grande nelle categorie che ruotano attorno allo sport, giornalisti, ideologi, mecenati, tifosi, ecc. Non so in quale delle prime due categorie catalogare l’eccellenza sportiva di Paolo De Crescenzo. Forse, molto più semplicemente, direi che è stato un grande e basta.
Come atleta è stato squisito interprete della rivoluzione dennerleiniana della difesa a zona, che portò allo scudetto del ‘73 una Canottieri di ragazzini capace di ridicolizzare la corazzata Pro Recco e di inanellare altri 3 titoli a spese delle Pro Recco e Florentia dei mostri sacri della pallanuoto all-time Pizzo e De Magistris.
Come allenatore ha trasferito questo sapere al Posillipo portandolo dalle serie minori alla ribalta della pallanuoto italiana e internazionale con 11 scudetti e 3 Euro League e creando una sequela di straordinari interpreti che hanno onorato lo Sport italiano nel mondo.
Per un certo periodo è stato anche allenatore del Settebello riportandolo, dopo la débacle di Atene, all’argento mondiale. Ma quello non era l’ambiente giusto per lui e durò poco.
La parte di Paolo che più mi ha affascinato è stata comunque quella sua umanità, quel suo essere diversamente mister che, in tempi di allenatori sergenti di ferro lo ha portato, con la classe del pensiero e con la forza delle idee, a creare l’epopea del Posillipo e dei suoi straordinari gladiatori.
L’antagonismo con Rudic così come la vis polemica con il Palazzo, sempre molto coerenti con il suo modo di vedere le cose, hanno vivacizzato a lungo il nostro ambiente.  
Nella mia non breve esperienza in Fin ho vissuto in prima linea molti di questi veleni ma ho anche avuto la fortuna di poterlo coinvolgere in tante iniziative, convegni tecnici, magazine settimanali Rai, organizzazione dei Mondiali del ’93, ecc., dove abbiamo potuto coltivare la nostra sincera amicizia.
Ora che Paolo ci ha lasciato, di lui resteranno non solo i successi incisi nell’Albo d’Oro della Fin ma anche il ricordo di un uomo di sport, preparatissimo e di grande lucidità mentale, una bomba intelligente in un mondo di uomini forti.